Un grande lago sotto al Celio, una catacomba fantasma ritrovata nel parco della Caffarella, i tunnel segreti che collegavano i forti militari. Un mondo sotterraneo che ancora non è conosciuto in tutta la sua complessità. Un paradosso per una città archeologica come Roma, che però ora viene sanato da un’impresa che ha messo insieme speleologi, archeologi della Pontificia commissione, ricercatori e soprattutto enti pubblici, con il coordinamento dell’Ispra, concretizzatasi in una mappa delle cavità artificiali sotterranee pubblicata sul sito dell’Istituto. Un documento inedito frutto di un lavoro enorme su tutta la città, durato un anno, che permette ad ogni cittadino di conoscere ora la realtà del proprio quartiere, e soprattutto della propria abitazione. Che siano cave e cunicoli, catacombe e ipogei, bunker, rifugi antiaerei e forti militari.
Un patrimonio in larga parte non visitabile (perché non in sicurezza) ma su cui non mancano fior di progetti per farne musei diffusi, come quelli portati avanti dal centro speleo-archeologico Sotterranei di Roma. «La zona che presenta maggiori cavità sotterranee è la parte sud orientale di Roma, che comprende il settore Appio, Tuscolano, Prenestino – dice Stefania Nisio geologo dell’Ispra – Qui affiorano i terreni di origine vulcanica, utilizzati anticamente per estrarre il tufo. I romani, infatti, andavano a cavare al di fuori delle porte, sulle vie consolari, dove estraevano materiale per costruire la città, lasciando la rete caveale».
«Il lavoro ha permesso di intercettare anche realtà di cui s’era persa memoria», spiega Marco Placidi presidente dei Sotterranei di Roma che ha partecipato in prima linea alla carta dell’Ispra. Un caso particolare è quello della catacomba di San Felice al III Miglio della Portuense. «Era nota fino a tutto il Medioevo come meta di pellegrinaggio, poi abbandonata e depredata – continua Nisio – Attraverso questa carta possiamo capire ora quali sono i settori più sensibili e dove la catacomba possa espandersi, tra la Portuense e l’antica via Campana ossia l’attuale Magliana». Seguendo la mappa, spiccano realtà sotterranee inaspettate. «Come la scoperta recente del sistema di cave sotto la Gianicolense, che ha fatto chiarezza sulla storia di Monteverde – dice Nisio – qui è stato indagato un labirinto di cunicoli su più livelli: la prima parte è stata trasformata in bunker durante la guerra».
Sotto via Po, poi, è stato intercettato una reticolo sotterraneo di gallerie e ipogei. Zone al centro delle indagini speleologiche sono anche quella del Quadraro (via Columella), di Villa De Sanctis, di Villa Lazzaroni sull’Appia. A sorpresa, ecco tre grandi laghi: sotto il Forlanini, Monteverde e sotto il Celio, presso la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo (si accede dall’antico tempio di Cladio). Individuate tutte le cavità nelle zona dell’Acqua Bullicante e di Villa Gordiani, ma soprattutto delle vie Genzano e delle Cave, in zona Appio-Tuscolano, dove è stato scoperto nel dettaglio lo sviluppo del reticolo che arriva fino alla sede della Banca d’Italia sulla Tuscolana. Intercettati tanti ipogei religiosi intorno a Galla Placidia, così come sotto l’Ardeatina e via di Grottaperfetta. Censiti anche i forti militari: «Secondo un’antica leggenda – dice Nisio – i forti erano collegati da tunnel che durante l’ultima guerra sarebbero stati sfruttati. Poi se n’è persa traccia. Ora la mappa indica tutti i forti e da qui possiamo cominciare le verifiche. Pensare che non esista nulla è difficile».
(Da “Il Messaggero”)
Per ulteriori informazioni:http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/cave_catacombe_e_bunker_pronta_la_mappa_sotterranea_di_roma_un_lavoro_dell_ispra_e_degli_speleologi-3448811.html