È un viaggio tra documenti, volumi, disegni, incisioni, dipinti e sculture. Con una mostra che aprirà domani al pubblico i Musei capitolini rendono omaggio a Johann Joachim Winckelmann. Giunto a Roma a 38 anni grazie a una borsa di studio conferita dal principe Elettore di Sassonia, lo storico dell’arte e archeologo tedesco diventerà soprintendente alle antichità e, in questa veste, si dedicherà allo studio dell’arte classica. Definirà i contenuti fondamentali del Neoclassicismo tardo-settecentesco e getterà le basi teoriche dell’archeologia moderna, dando vita a un raffinato sistema di valutazione cronologica e stilistica delle opere antiche fondato sull’osservazione diretta dei manufatti e l’attenta lettura delle fonti letterarie. «Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina alla sera»: con queste parole Winckelmann descrive in una lettera a un amico la prima visita al museo romano.
La mostra si sviluppa in tre sedi
La mostra “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento” celebra gli anniversari winckelmanniani del 2017 (300 anni dalla nascita) e del 2018 (250 anni dalla morte). L’esposizione si sviluppa in tre sedi: le sale espositive di Palazzo Caffarelli, le stanze terrene di sinistra del Palazzo Nuovo e le sale del Palazzo Nuovo. Le opere esposte sono 124.
A Palazzo Caffarelli esposti documenti e sculture antiche
La sede centrale è nelle sale di Palazzo Caffarelli. Qui sono esposti documenti originali, volumi, disegni, incisioni, dipinti, sculture antiche e moderne, in grado di narrare i primi anni di vita del Museo Capitolino. Sculture antiche delle Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, un tempo esposte nel Palazzo Albani alle Quattro Fontane, tornano a Roma per ricongiungersi, dopo quasi trecento anni, con le opere della stessa collezione confluite nel Museo Capitolino. Vedute e preziosi disegni a sanguigna realizzati dall’artista francese Hubert Robert (1733-1808) documentano la Piazza del Campidoglio e i palazzi capitolini nella seconda metà del Settecento. Ritratti di Pompeo Batoni (1708-1787) dal Museo del Prado e dalla Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini danno un volto ai papi e alle personalità che hanno contributo all’affermazione del Museo Capitolino come centro di elaborazione culturale della Roma del tempo.
Istantanee del soggiorno di Winckelmann a Roma
La tappa a Palazzo Caffarelli si chiude con la presentazione di alcuni aspetti del soggiorno di Winckelmann a Roma: i luoghi in cui abita, le ville, i palazzi e le biblioteche che frequenta, i personaggi che fanno parte del suo entourage. Uno «spazio immersivo», in cui sono impiegate tecnologie di realtà virtuale, offre la possibilità di approfondire alcuni passaggi della Storia dell’Arte attraverso una selezione di sculture capitoline e riprese esclusive realizzate a Villa Albani Torlonia.
Esposte sculture conservate nei depositi dei musei
Nelle Stanze terrene di sinistra del Palazzo Nuovo, sculture oggi conservate nei depositi dei Musei Capitolini e della Centrale Montemartini consentono una immersione nella realtà settecentesca del Museo. Un tripode in marmo da Villa d’Este, un tempo importante elemento dell’arredo dell’atrio del Palazzo Nuovo e dal 1797 al Louvre, ritorna ai Musei Capitolini per essere esposto nel Salone e tornare a dialogare con una statua di Atena un tempo collocata di fronte a lui nell’atrio del palazzo, come rivela il raffinato disegno di Hubert Robert.
30 sculture lette attraverso gli occhi di Winckelmann
Infine, nelle sale che ospitano da quasi trecento anni la collezione permanente del Palazzo Nuovo, è stato predisposto un percorso di visita speciale, dedicato al grande studioso tedesco: 30 sculture sono lette attraverso gli occhi di Winckelmann con l’obiettivo di evidenziare l’influenza esercitata dalla Storia dell’Arte e dai Monumenti Antichi Inediti – l’opera italiana di Winckelmann pubblicata nel 1767 – sull’interpretazione e la valutazione stilistica dei capolavori capitolini.
(“Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento”, Roma, Musei Capitolini: Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo fino al 22 aprile)
Da: Il Sole24
Per ulteriori informazioni: http://www.museicapitolini.org/mostre_ed_eventi/mostre/il_tesoro_di_antichita_winckelmann_e_il_museo_capitolino_nella_roma_del_settecento