Roma, alla scoperta della Necropoli Ostiense con il nuovo progetto di ricerca

La Necropoli Ostiense, proprio tra i prati di parco Schuster e sotto la Basilica di San Paolo fuori le Mura, è un’area archeologica preziosissima, riguardo al quale la Sovrintendenza capitolina, in collaborazione con gli antropologi del dipartimento dell’università di Valencia, ha avviato un nuovo programma di ricerca scientifica. Tre anni – per un mese all’anno – per scoprire, analizzare e catalogare i resti ossili combusti conservati ancora intatti all’interno delle olle cinerarie. Un’iniziativa che arriva dopo cento anni dai primi scavi del sito.

“La necropoli romana, che fiancheggiava l’antica via Ostiensis, venne alla luce nel 1917 – spiega la responsabile dell’area, Marina Marcelli – Le tombe, dotate di stucchi, affreschi dipinti e pavimenti a mosaico in ottimo stato di conservazione, costituiscono un’importante testimonianza della popolazione che abitava questo settore della città dalla tarda età Repubblicana al IV secolo dell’impero. Le numerose iscrizioni funerarie rinvenute nell’area documentano l’appartenenza dei defunti a un ceto medio di artigiani e mercanti, spesso di origine servile, con nomi orientali o greci”.

Nella Necropoli Ostiense, oltre a Giulia Fortunata, ricorrono nomi più “orientaleggianti” come Selene, Cleopatra. E passeggiando tra i resti si notano affreschi colorati d’ogni tipo, dai più semplici ai più particolari. Dal primo scavo archeologico, tra il 1917 e il 191, sotto la direzione dell’ispettore del ministero per la Pubblica Istruzione, Giuseppe Lugli, a oggi: di camice bianco vestito, il professor Llorenç Alapont, archeologo dell’università europea di Valencia, dirige un team internazionale di studiosi che minuziosamente scavano e catalogano ossa d’ogni tipo. Ci sono denti, parti di tibia e qualsiasi altra parte dell’apparato osseo umano.

(da “Repubblica”)

Per ulteriori informazioni: www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_antica/monumenti/necropoli_di_san_paolo